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Cambiare rotta

In Editoriali on 06/11/2013 at 09:41

di Nicola Melloni

da Liberazione

Ieri anche Romano Prodi è infine sbottato in una intervista al Quotidiano Nazionale: il problema dell’Europa è la politica tedesca. Non si può non dargli ragione. La situazione è disastrosa, lo sappiamo bene. Ieri l’Istat e oggi la Ue hanno rivisto al ribasso le stime per la crescita del prossimo anno, facendoci sapere inoltre che la disoccupazione aumenterà. Disoccupazione già ai massimi degli ultimi 30 anni e che, tra l’altro, viene sottostimata dalle statistiche, probabilmente più vicina al 22% che al 12. Il debito intanto aumenta, l’esempio più lampante del fallimento dell’austerity europea, come ammesso anche da Prodi. Le prospettive non sono migliori. L’economia mondiale è sempre in uno stato di quasi crisi: l’America traballa, la Cina investe pesantemente nel mercato delle valute per tenere lo yuan svalutato, esportando in questa maniera la sua capacità produttiva in eccesso – in altre parole esportando disoccupazione. Soprattutto in Europa, ovviamente. E l’Euro diventa sempre più forte, uccidendo la ripresa. C’è chi dice che in realtà il valore dell’Euro non sia sovrastimato, e questo sarebbe confermato dal fatto che praticamente tutti i paesi europei hanno ripreso a macinare surplus della bilancia commerciale. Peccato che in realtà questo sia solo il prodotto della crisi economica, con la domanda interna talmente depressa da far calare le importazioni. Un surplus della bilancia commerciali sarebbe un buon segnale se fosse il risultato della ripresa economica mentre invece la produzione industriale italiana è ancora del 20% più bassa di 15 anni fa!
In realtà, la differenza strutturale tra le economie europee fa sì che il livello del tasso di cambio abbia diversi effetti sulle diverse economie. In Germania, con linee industriali di gamma più alta e produttività maggiore, il livello critico del cambio dollaro/euro è intorno all’1,80, mentre in Francia (1,24)e Italia (1,17) è molto più basso e già abbondantemente superato dalla quotazione attuale, circa 1,35. Dunque tutto ok a Berlino, mentre Roma e Parigi sono alla canna del gas. Una volta si sarebbe ricorsi ad una svalutazione competitiva, ora invece si è costretti nelle maglie rigide dell’euro, cosicché le nostre merci diventano poco competitive e quelle estere sono più convenienti. L’effetto economico è disastroso, e siamo ormai in una situazione di deflazione. Al momento l’inflazione nell’area euro è 0,7% contro il 2% programmato ad inizio anno, e questo nonostante in quasi tutta Europa ci siano stati aumenti dell’IVA o di tasse similari che dovrebbero aumentare l’inflazione. La moneta non circola, l’attività economica è stagnante, la ripresa un miraggio. Si tratta di un colossale fallimento per la Bce di Draghi, inerte davanti alla crisi. Ha salvato le banche, vero, ma solo quello. I soldi non sono mai arrivati all’economia reale. La Bce ha il compito di tenere sotto controllo i prezzi – e non lo sta facendo, sbagliando clamorosamente le sue politiche di credito. E non difende adeguatamente l’Euro mentre tutte le altre banche centrali del mondo, dalla Fed ai cinesi, ai giapponesi, si attivano per usare la loro valuta per rilanciare l’economia. L’Europa no. Siamo gli unici al mondo ad unire l’assurda austerity con una politica monetaria neutra, senza il minimo segno di politiche espansive che aiutino a riequilibrare il ciclo economico. Il tutto per le assurde ossessioni tedesche con debiti ed inflazione. Come se al momento fosse quello il problema dell’Europa e non la recessione e la disoccupazione.
Come è chiaro a qualsiasi economista od osservatore indipendente, l’Europa avrebbe bisogno proprio di un po’ di inflazione – soprattutto nei paesi del Nord. Salari più alti, domanda maggiore – e dunque anche maggiori esportazioni dal Sud Europa. Ed una diminuzione, grazie alla differenza dei prezzi, del vantaggio strutturale della Germania, con un riequilibrio delle economie europee. Invece i tedeschi sono orgogliosi, direi tronfi, del successo della loro bilancia commerciale e vogliono che tutta l’Europa li copi. Dovremmo tutti diventare esportatori netti, anche se la domanda dovrebbe sorgere spontanea: chi sono i consumatori in questo scenario? Inoltre un po’ di inflazione, oltre a far ripartire le economie, contribuirebbe ad una svalutazione in termini reali del debito, allentando la morsa sugli Stati e sulle loro finanze.
Niente da fare, Berlino domina sia la politica fiscale che quella monetaria. E non si capisce davvero il perché. La Germania sarà anche la maggior economia europea, ma Francia, Italia e Spagna – e non solo loro – hanno il peso ed i voti, nella Bce, nel Consiglio Europeo, per mettere la Germania all’angolo e cambiare drasticamente le politiche europee. Finora abbiamo dovuto accettare i diktat tedeschi, con risultati abominevoli. Ora, invece, dovrebbero essere i tedeschi ad adeguarsi alle esigenze della maggioranza degli europei. Rajoy, Letta e soprattutto Hollande dovrebbero avere un soprassalto di dignità e decidere di fare gli interessi dei propri paesi e non i maggiordomi tedeschi. O a pagare il conto della loro ignavia sarà l’Europa intera.

  1. Ho fatto un sogno utopico? Il Popolo si destava (finalmente ) e si univa per formare una -SPA- del lavoro
    Non esistevano più padroni chi aveva bisogno di manodopera si doveva rivolgere alla (-SPA-del lavoro)
    Pagando la manodopera di qui abbisognavano ad un prezzo stabilito dalla (SPA del lavoro)
    Il Tutto adeguando là manodopera al costo (reale) della vita ed hai costi di mercato
    I Cosi detti padroni che hanno sfruttato avidamente per secoli non esistevano più.
    il Popolo poteva scegliere Diventare padrone di se stesso ho prestatore di manodopera.
    La differenza del padrone di se stesso?
    Il padrone di se stesso Tolte le spese totali documentando il tutto rimaneva il 20% netto in più.
    La vera UTOPIA? Cosi facendo in un solo colpo avevano fatto sparire tutta la classe Politica serva delle lobby
    E le lobby stesse che non potevano più sfruttare il Popolo.
    Annullando di colpo tutti gli sprechi Perché il Popolo aveva solo un pensiero comune
    Unire le menti per fornire idee produttive con benefici per tutti.
    Chi non accettava? Era libero di andarsene via portando con sé per carità cristiana solo il 20% dei suoi possedimenti.
    PS Potrebbe essere un sogno che si avvera? Speriamo di SI.VITTORIO

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